Nel cane i tumori benigni e maligni delle ghiandole mammarie sono le neoplasie più frequenti nelle femmine non sterilizzate.
La sterilizzazione può in gran parte ridurre il rischio di sviluppare questo tipo di tumore, soprattutto se l’intervento viene eseguito prima del primo calore.
Esistono diversi tipi di tumore della ghiandola mammaria ciascuno con prognosi ed un approccio clinico e terapeutico diverso.
La funzione delle ghiandole mammarie è quella di produrre latte per nutrire i cuccioli appena nati. Nel cane si trovano in due file che si estendono dal torace all’area inguinale; facilmente localizzabili grazie alla presenza dei capezzoli.
Le neoplasie mammarie riguardano prevalentemente i soggetti di sesso femminile e raramente quelli di sesso maschile anche se in questi la prognosi è peggiore.
Una predisposizione genetica è presente in alcune razze. Tra le razze i Barboncini toy e nani, English springer spaniel, Epagneul Breton, Cocker Spaniels, English Setter, Pointers, Pastore Tedesco, Maltese, e Yorkshire Terrier, presentano un rischio aumentato di sviluppare tumori mammari rispetto ad altre. L’età media è di circa 10,5 anni (da 1 a 15 anni); è meno comune nei cani di età inferiore ai cinque anni.
Di solito si presentano come masse singole o multiple nella regione mammaria Solitamente la crescita è lenta. Circa la metà dei pazienti hanno tumori multipli.
La massa può essere libera o mobile oppure adesa alla parete addominale.
Circa la metà dei cani affetti presentano la forma benigna, possono essere spesso classificati come adenomi complessi, adenomi semplici, fibroadenomi e papillomi duttali. Il 50% rimanente presenta la forma maligna (come i carcinomi) e possono dare luogo a metastasi.
Cosa fare quando alla visita viene trovato un nodulo mammario?
Il protocollo che seguiamo prevede oltre alla visita clinica l’esame del sangue completo con profilo emocromo, biochimicoe e coagulativo, associati agli esami delle urine.
Stadiazione, diagnostica per immagini tra cui le radiografie al torace e dell’addome e l’ecografia addominale oppure l’esame TC.
Se necessario gli esami citologici o le biopsie per caratterizzare la natura della massa e quella di eventuali lesioni riscontrate.
L’asportazione chirurgica è il trattamento di elezione quasi sempre accompagnata alla rimozione delle mammelle adiacenti che compongono la stessa linea mammaria e i linfonodi tributari. A seconda delle situazioni si valuta l’utilizzo della chemioterapia.