Tutti gli esseri viventi di qualsiasi specie e razza, sono affetti da una malattia cronica che viene chiamata invecchiamento.

Una vita lunga è quello a cui tutti aspiriamo per noi ed i nostri amici animali, aiutiamoli ad invecchiare bene.

Come accade in parallelo per l’umana i progressi della medicina veterinaria hanno permesso ai nostri animali domestici di vivere più a lungo. Questo ha portato ad avere sempre più animali geriatrici con le conseguenze fisiologiche e patologiche che questa fase della vita porta con se come: cambiamenti nell’appetito, patologie dentali, variazioni ormonali, comparsa di alterazioni cognitive, emozionali e/o peggioramento di affezioni comportamentali già esistenti, rallentamento delle funzioni nervose, diminuzione della massa muscolare, debolezza e minor tolleranza all’esercizio.

Spieghiamo perché accade: l’invecchiamento determina un abbassamento delle capacità adattative di organi e sistemi, primo fra tutti il sistema nervoso centrale. Il cervello è costituito da cellule chiamate neuroni che con l’avanzare dell’età degenerano e diventano meno efficienti.

Con il termine “sindrome geriatrica di fragilità” si intende uno stato biologico che dipende dall’età caratterizzato da un calo delle capacità di adattarsi all’ambiente con conseguente aumento della suscettibilità agli eventi stressanti di varia natura, secondario al declino cumulativo di più sistemi fisiologici, che compromette la salute in generale e la qualità di vita degli animali anziani.

Quando l’invecchiamento cerebrale non segue il decorso fisiologico l’animale può sviluppare una serie di entità cliniche invalidanti che spaziano dai disturbi comportamentali a quelli emozionali e cognitivi chiamati “sindrome della disfunzione cognitiva” simile alla malattia di Alzheimer nell’uomo.

Ma quali sono i campanelli d’allarme a cui dobbiamo prestare attenzione? E cosa possiamo fare per aiutarli ad affrontare bene l’invecchiamento cerebrale?

Riconoscere i “campanelli d’allarme” di un cattivo invecchiamento cerebrale non è sempre semplice, eccone alcuni a cui prestare particolare attenzione:

Il cane sembra disorientato e confuso anche tra le mura di casa sua?

Dorme tutto il giorno e vocalizza senza motivi apparenti durante la notte?

Ha perso le normali abitudini eliminatorie, quindi fa pipì o altro in casa?

Mostra un comportamento aggressivo o è totalmente apatico?

Non riconosce più il proprietario?

Ha inspiegabilmente cambiato le abitudini alimentari?

Si blocca davanti alla porta di casa o si posiziona dal lato sbagliato quando vuole uscire?

Trattandosi di processi che avvengono in modo graduale sono spesso difficili da individuare da parte del proprietario e quindi facili da trascurare, alcune volte vengono erroneamente scambiati per comportamenti normali legati all’invecchiamento.

Una diagnosi precoce di  in modo da permettere di individuare i cani affetti da invecchiamento cerebrale “patologico”, nelle fasi iniziali permette di approntare una terapia in grado di rallentarne il decorso e di migliorare marcatamente la qualità di vita del nostro cane.

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